LETTERATURA
Positivismo, Naturalismo francese, Emile Zola (analisi e lettura del libro “Germinale”)
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POSITIVISMO
Nonostante i ritardi e i limiti, l'Italia degli anni 70 e 80 del XIX secolo vedeva comunque gli inizi di uno sviluppo capitalistico moderno che tendeva all'industrializzazione che sarà raggiunta pienamente solo nel periodo 1900-1915. L'atteggiamento positivista iniziò a diffondersi nell'opinione comune, tra le classi dirigenti, i ceti medi e persino tra i ceti popolari. Questa cultura si afferma in ambito europeo, inizialmente tra le nazioni economicamente più avanzate come Inghilterra, Francia, Germania e, nella seconda metà dell'Ottocento, anche in Italia. Esso ha le sue basi sul piano economico e sociale nel capitalismo industriale e nei profondi mutamenti delle strutture sociali. Presupposto essenziale di questa cultura sono le importanti scoperte scientifiche che si verificano in questo periodo nel campo della chimica, biologia, nelle applicazioni tecniche del vapore e dell'elettricità. Questo insieme di fattori, l'espansione industriale, lo sviluppo della scienza, la diffusione della cultura determina un clima di fiducia entusiastica nelle forze dell'uomo. L'ottimismo diventa quindi un vero culto della scienza. Pertanto, l'oggetto di ammirazione e di esaltazione è lo scienziato, il medico, l'ingegnere. Per questo il metodo scientifico viene applicato anche in letteratura poiché si parte da una osservazione diretta del reale, ritenendo vero ciò che è dimostrabile.
Il positivismo ed i suoi concetti vengono diffusi in Francia (Naturalismo) e in Italia (Verismo).
Naturalismo e Verismo però si diversificheranno poiché si diffondono in due aree diverse. Comunque, soprattutto in Francia nasce la figura dello scrittore scienziato tra cui vi sono Balzac, Flaubert, Zola.
IL NATURALISMO FRANCESE
In Francia la letteratura ha un ruolo scientifico perché il suo scopo è quello di indagare la natura dell'uomo. E' con Zola ed il suo “romanzo sperimentale” che il romanzo diventa strumento scientifico per conoscere. Se devo raccontare la vita delle classi più povere devo osservare, ipotizzare, sperimentare i comportamenti. Il romanziere ha quindi un ruolo sociale fondamentale poiché attraverso le sue opere deve migliorare la società. Porta a conoscenza le problematiche della società per modificarle e correggerle. Pur riconoscendo che la società è negativa (disuguaglianze ecc.) si impegna perché vengano superate. A differenza del Verismo, il Naturalismo francese porta avanti gli ideali del positivismo in modo ottimistico.
EMILE ZOLA
Figlio di un ingegnere italiano e di una francese, nacque a Parigi nel 1840. Trascorse l'infanzia ad Aix-en-Provence, dove si legò d'amicizia con il futuro pittore Paul Cezanne. In seguito si dedicò al giornalismo che non abbandonerà mai anche quando intraprenderà l'opera di romanziere.
PRIMA FORMAZIONE
Scrive racconti di impronta romantica, ma ben presto subì l'influenza di Taine e De Gouncourt e fu attratto dalle idee positiviste. Abbandonerà così l'orientamento romantico e scrive il suo primo romanzo naturalistico “Thérése Raquin” (1867), impostandolo su basi scientifiche. In seguito concepì il suo vasto ciclo romanzesco “I Rougon-Macquart”. I primi romanzi non ebbero successo, mentre vasta risonanza ottenne l' “Assomoir” (1877) per le crude descrizioni della degradazione umana degli operai parigini. Grazie a quel romanzo, Zola divenne celebre e intorno a lui si raccolse un gruppo di giovani che lo consideravano un maestro. Dopo l' “Assomoir” altri romanzi importanti furono:
Romanzo prettamente pessimista sulla sofferenza che domina la vita umana e sull'ostilità della natura
Sulla vita dei minatori
Sulla vita dei contadini
Sull'ambiente delle ferrovie in cui viene studiato l'istinto alla violenza che è proprio dell'uomo
Nell'arco della sua vita si impegnò a combattere le ingiustizie esprimendo le sue idee umanitarie. Morì nel 1902.
POETICA
Tali esigenze di trasformare il romanzo in uno strumento scientifico e di rappresentare la realtà in tutte le sue forme, anche quelle più crude, tradizionalmente rifiutate dal buon gusto letterario, furono riprese da Zola. Il fine della scienza sperimentale è quello di far sì che l'uomo diventi padrone dei fenomeni per dominarli e per padroneggiare la condizione della società. Il romanziere ha quindi una concezione progressista e ha la funzione di impegno politico. Quando si pensa a Emile Zola, si deve immaginare un uomo con un taccuino in mano che si aggira per i vicoli oscuri di Parigi o tra le costruzioni annerite di qualche miniera in cerca di materiale interessante da analizzare. Questa immagine corrisponde perfettamente a quella di un moderno reporter, pronto a precipitarsi sul luogo dell'accaduto per descrivere i fatti e raccogliere le testimonianze dei presenti. Il metodo di Zola si può definire empirico, in quanto attinge direttamente dal reale, e può essere considerato il corrispettivo letterario degli studi filosofici e scientifici di Comte, Darwin e Taine, in gran voga ai tempi dello scrittore.
Per mostrare il modo in cui lavorava Zola vale la pena di riportare un curioso aneddoto raccontato da Armand Lanoux nel suo “Bonjour, Monsieur Zola”. Un giorno l'autore, durante il periodo in cui stava lavorando al romanzo Nana, si recò in una casa di tolleranza, e davanti a una prostituta completamente nuda tirò fuori il taccuino per prendere qualche appunto. Non era interessato alla donna, né tantomeno a quello che lei diceva, ma gli interessava solo il suo corpo e l'ambiente che le faceva da sfondo.
Con Zola nasce una nuova figura di scrittore scienziato, che non si limita a svolgere il suo lavoro dietro a una scrivania, ma viaggia e si informa in prima persona. Si aprono così nuovi orizzonti per il romanzo: per la prima volta nella storia della letteratura, i problemi della società prorompono in tutta la loro crudezza nelle pagine di un libro. La realtà è così vasta, varia, complessa, così traboccante di suoni, voci e colori, che offre inesauribili soggetti di ispirazione e la penna dello scrittore deve correre velocemente quanto la realtà stessa, per dare la sensazione della vita nel suo svolgersi.
GERMINAL
Autore Emile Zola
1a edizione originale 1885
Genere Romanzo
Lingua originale Francese
Ciclo dei Rougon-Macquart
La vicenda è ambientata in Francia all'epoca della Prima Rivoluzione industriale. Il libro è il tredicesimo del ciclo de “I Rougon-Macquart” (1871-1893) ed è uno dei più celebri. Fu pubblicato come un feuilleton nella rivista Gil Blas tra il novembre 1884 e il febbraio 1885 e poi, come romanzo, nel marzo dello stesso anno. La trama si svolge nella zona mineraria del Nord della Francia e descrive la dura vita dei minatori, oltre che l'organizzazione politica e sindacale della classe operaia.
Come una premonizione, il romanzo ha proceduto di vent'anni la catastrofe mineraria di Courriéres. Nel 1884, per scrivere il suo romanzo, Zola ha visitato la miniera della compagnia mineraria di Anzin, la più importante dell'epoca.
SIGNIFICATO DEL TITOLO
Germinale è un mese del calendario rivoluzionario, corrispondente all'inizio della primavera. L'inizio della primavera è, nell'immaginario, un'epoca di rinascita, di fioritura, di germogli e di nuove foglie. L'intenzione di Zola è di raccontare nel romanzo la primavera dell'uguaglianza operaia, i germogli della Rivoluzione. A supporto di questa idea, Zola accosta i minatori ai vegetali che escono dalla terra e germogliano: la fioritura delle piante diventa allora la metafora della rivolta operaia. “Germinal” è il termine che in francese designa ciò che è relativo alla germinazione. Quando, dopo il 1789, i rivoluzionari abbatterono la monarchia per instaurare la Prima Repubblica francese, decisero di sostituire il vecchio calendario istituzionale con uno nuovo che seguisse il ritmo naturale della successione del tempo. Il settimo mese, che cadeva tra marzo e aprile, venne chiamato “Germinal” proprio perché era il mese in cui la natura germogliava. L'inizio della vicenda comincia proprio in questo periodo dell'anno; si parla, infatti, del “vento di marzo”. Questo termine è dunque legato da un lato all'idea della rivoluzione sociale; dall'altro a quello della rinascita, della vita, del ciclo continuo della natura, della speranza. Tuttavia questa Rivoluzione si concluse con un grande fallimento per le classi popolari e quindi l'idea di speranza si accompagna a un sentimento di perdita e illusione.
Germinal enuncia la cruda constatazione dello sfruttamento del lavoro da parte del capitale. Zola, nei confronti dei borghesi presenta un atteggiamento di denuncia del paternalismo e la cecità di fronte alla miseria degli operai.
Nelle ultime righe del romanzo l'autore sviluppa la metafora contenuta nel titolo. Germinal, infatti, non è soltanto il settimo mese del calendario rivoluzionario, ma anche il mese della primavera, della rinascita, del rinnovamento. Il 6 ottobre 1898 l'autore scrisse: “Un giorno, per caso, la parola Germinal mi affiorò sulle labbra. All'inizio non mi piaceva, la trovavo troppo mistica, troppo simbolica, ma rappresentava quello che cercavo, un aprile rivoluzionario, un dissolversi della società cadente nella primavera... E' diventata per me come un raggio di sole che illumina tutta l'opera.”
TRAMA
A legare “Germinal” al ciclo dei Rougon-Macquart è il personaggio di Etienne Lantier, figlio di Gervaise Macquart, la protagonista dell' “Assomoir”. Come si è detto, Zola, prima di scrivere un romanzo, si preoccupa di documentarsi a fondo sull'argomento che ha intenzione di trattare. Per la stesura del libro fu fondamentale la visita ad Anzin (uno dei più importanti centri minerari dell'epoca) nel 1884, permettendo allo studioso di verificare certe informazioni e di avere un'impressione breve e intensa dell'ambientazione. Le due settimane di permanenza nel Nord gli bastarono per stendere cento fogli di annotazioni, una ricca documentazione sull'attività della miniera e sulle abitudini e condizioni di lavoro dei minatori.
Etienne abbandona i sudici vicoli dei sobborghi popolari di Parigi per inoltrarsi nelle terre del carbone di Montsu per cercare lavoro nel pozzo del Voreux. Viene assunto come manovale e ben presto lavora insieme alla famiglia dei Maheu in cui vi è Catherine, la figlia del capofamiglia di cui si innamora. Le condizioni di lavoro sono molto difficili perché i minatori devono scendere nelle profondità della terra in spazi molto angusti, bui e freddi. Devono inoltre sottostare alla compagnia mineraria che li opprime. Per questo Etienne decide di organizzare uno sciopero, arrivando a rompere i macchinari e aggredire alcuni esponenti della borghesia. Lo sciopero si rivela fallimentare e un operaio anarchico di nome Souvarine, spinto da un'ansia di distruzione nichilista, sabota la miniera levando le tavole di sostegno della galleria. La mattina dopo, quando gli operai tornano al lavoro, la galleria cede e l'acqua invade i corridoi. Ciò causa la morte di molti minatori, mentre Etienne, Catherine e Chaval rimangono bloccati nelle gallerie. Solamente Etienne riuscirà a salvarsi grazie ai soccorritori, decidendo di ritornare a Parigi non perdendo la speranza di poter modificare la precaria condizione degli operai.
Il vero protagonista è in realtà il pozzo del Voreux, personificato in una bestia malvagia che inghiotte in fondo alla sua tana gabbie e uomini.